Cosa sono i Giochi di Narrazione?

| Metodologia del Gioco

Scopriamo insieme un’attività coinvolgente adatta a tutte le età e dalle mille risorse educative.

I GIOCHI DI NARRAZIONE

Qualche anno fa ho avuto il piacere di seguire un seminario interattivo sui Giochi di Narrazione ed è stato amore a prima vista, nonostante all’inizio mi sentissi un po’ impacciata nell’utilizzo di questo tipo di giochi.
Nel mio caso, abbiamo utilizzato il gioco di narrazione come mezzo comunicativo per introdursi alle altre partecipanti: l’organizzatrice ci ha chiesto di scegliere una carta che ci riportasse alla mente un ricordo felice della nostra infanzia. Una volta scelta la carta, a turno si doveva descrivere la ragione della nostra scelta alle altre partecipanti.

La carta che aveva attirato la mia attenzione rappresentava una stanza con tanti giochi sparsi per terra: quando ho osservato quell’illustrazione avvertivo calore e familiarità.

Quando mi venne chiesto di spiegare il motivo della mia decisione, raccontai che quella carta mi riportava alla mente di quando da bambina, a casa di mia zia, passavo i miei pomeriggi a creare storie e mondi immaginari con tutto ciò che avevamo a disposizione, come bambole di pezza, animali, pasta al sale, cartoncini eccetera.

La stanza era sempre piena di oggetti ma per me era fonte di felicità perché mi permetteva di sperimentare la mia creatività e di usare la mia immaginazione.

La condivisione di queste storie attraverso il gioco delle carte illustrate si è dimostrato uno strumento efficace per la formazione del gruppo di lavoro, infatti ha dato modo di vincere le timidezze e il senso di estraneità , inoltre ha favorito la conoscenza reciproca e ha semplificato la condivisione di racconti di vita delle partecipanti permettendo a tutte di comprenderne l’espressione emotiva durante la narrazione.

Ma parliamo nello specifico dei Giochi di Narrazione e dei loro numerosi benefici.

I benefici dell’utilizzo dei Giochi di Narrazione

Essendo dei giochi interattivi in cui chi gioca partecipa attivamente alla costruzione della storia, si ha l’opportunità di creare storie distinte ogni volta che si gioca, ciò offre una vasta gamma di benefici per chiunque e a qualsiasi età.

Aiutano a sviluppare la creatività, perché la narrazione stimola l’utilizzo dell’immaginazione, promuove la creatività e aiuta chi partecipa a creare storie e mondi unici. Inoltre sono un ottimo alleato per il potenziamento delle abilità linguistiche, migliorano la capacità di esprimersi verbalmente e vanno ad arricchire il vocabolario e la capacità di strutturare una frase correttamente.

É possibile sviluppare l’empatia poiché il contesto é ludicamente basato su uno scambio linguistico reciproco. Vi é la possibilità di immedesimarsi nei personaggi creati, viene supportata la comprensione delle emozioni di chi si trova nello stesso tavolo e vengono messe in luce svariate prospettive di pensiero tramite le diverse vicissitudini raccontate e ascoltate.

I Giochi di Narrazione come promotori del lavoro di squadra

Il Lavoro di gruppo (o Teamwork) viene promosso attivamente attraverso il gioco perché la creazione di una storia richiede la collaborazione di tutti all’interno del gruppo che partecipa. Va, infatti, ad interessare lo sviluppo delle abilità sociali attraverso la creazione di un ambiente sicuro che incoraggia la comunicazione e la negoziazione tra le parti interessate.

Per costruire la trama di una storia, vengono coinvolte le abilità decisionali che sviluppano il pensiero critico. Immergersi nelle storie e tenere a mente le trame costruite durante questa attività potenzia la memoria ma allo stesso tempo, immergersi nei personaggi della storia, funge da sfogo emotivo il che riduce i livelli di stress e offre un modo coinvolgente per rilassarsi durante l’espressione le proprie emozioni attraverso l’atto narrativo.

É anche importante sottolineare che sono dei giochi che richiedono che la trama venga creata passo per passo, di conseguenza la trama viene riadattata continuamente in base alle caratteristiche del personaggio per mezzo dell’improvvisazione. Questo va a sostenere lo sviluppo della flessibilità cognitiva, una competenza che risulta successivamente utile in varie occasioni della vita quotidiana.


L’utilizzo dei giochi di narrazione come stimolo per promuovere la lettura e la scrittura.

Partecipare ai giochi di narrazione può ispirare un interesse per la lettura e per la scrittura, questo perché consente di avere un approccio positivo e attivo alla letteratura attraverso il momento ludico.

Globalmente, utilizzare questo tipo di materiali offre ai partecipanti un’esperienza coinvolgente e divertente che va al di là del solo intrattenimento e contribuisce allo sviluppo personale e sociale.

Esistono diverse tipologie e formati di giochi di narrazione (dai dadi alle carte da gioco illustrate) che possono essere utilizzate con differenti modalità di utilizzo, ad esempio nel mio caso sono stati utilizzati per creare un senso di appartenenza e di collaborazione all’interno di un gruppo di persone che non si conoscevano in precedenza, quindi sono risultati utili per andare oltre l’imbarazzo iniziale e permettere a tutte di vivere un’esperienza educativa in maniera positiva. Questa esperienza mi ha arricchito dei vissuti di altre persone e mi ha permesso di poter raccontare il mio vissuto in un contesto ricco di accoglienza ed empatia.

Che tu sia una veterana o un veterano del mondo dei giochi di narrazione o una neofita entusiasta, l’universo della narrazione ludica é pronto ad accoglierti e a trasportarti nel mondo fantastico di questa coinvolgente attività.

Buon divertimento!

Alessandra


Commenti disabilitati su Cosa sono i Giochi di Narrazione?

Chi sono

| About me

Mi chiamo Alessandra Guiso e sono un’Educatrice Professionale e Formatrice.

Mi sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’Università degli studi di Cagliari, successivamente ho conseguito un Master in Disturbi Specifici dell’apprendimento (noti anche con l’acronimo di DSA).

Lavoro come Educatrice da 6 anni, dedicando oltre nove anni allo studio dei vari approcci educativi.

Ho studiato e lavorato in diversi contesti educativi in Sardegna e a Tenerife, in Spagna.

Successivamente, la voglia di nuove esperienze e la passione per nuove lingue e culture mi hanno condotta a Londra, dove attualmente lavoro e vivo.

Ho lavorato con bambini con fasce di età differenti, ma focalizzandomi nella fascia 0-5 anni.

Sono stata educatrice in diverse Scuole dell’Infanzia e nei servizi di doposcuola e sostegno educativo.

A Londra lavoro come Educatrice in una Scuola dell’Infanzia Montessoriana e a Maggio di quest’anno mi sono specializzata nel Metodo Montessori presso l’Association Montessori International (AMI).

In un contesto multiculturale come Londra ho avuto modo di rapportarmi con diverse lingue, culture, religioni e contesti, così da rafforzare in me l’idea di una Scuola per tuttə, dove nessunə si sente esclusə o diversə.

Ho deciso di aprire questo blog per condividere quello che ho appreso nel corso di questi anni, perché penso che il cambiamento inizi dalla conoscenza delle cose e dal linguaggio che viene utilizzato ogni giorno nel rivolgerci agli altri, adultə o bambinə.

Sostengo un’educazione attiva, dove tuttə possano sviluppare il proprio potenziale in base alla propria unicità, liberi dal pregiudizio in ogni sua forma.

Come lo faccio: attraverso percorsi di sostegno ai genitori nei momenti di quotidianità, sostenendo lo sviluppo e l’autonomia della bambina o della bambino attraverso il gioco, la lettura e l’esperienza sensoriale.

Programmo percorsi educativi per le Scuole dell’Infanzia che promuovono l’esplorazione delle proprie emozioni e la promozione di un’educazione libera dagli stereotipi di genere, attraverso materiali specifici, il gioco e gli albi illustrati.

Offro supporto personalizzato e risorse avanzate per il personale in ambito educativo per aiutarti a affrontare le sfide specifiche del settore, migliorare le tue competenze e promuovere un ambiente educativo più efficace.

Per qualsiasi informazione scrivimi a:  aguiso.education@gmail.com

Commenti disabilitati su Chi sono

Black History Month: Storia, Significato e Risorse Educative

| Educazione interculturale

Libro: Bold Women in Black History di V. Harrison

Il Black History Month nel Regno Unito è stato celebrato per la prima volta nel 1987, ispirato dal Black History Month statunitense. Fu introdotto da Akyaaba Addai-Sebo, un attivista ghanese che lavorava per il Greater London Council. Addai-Sebo voleva creare uno spazio per riconoscere e celebrare i contributi delle comunità afro-caraibiche e africane alla storia e alla cultura britannica, promuovendo al contempo la consapevolezza contro il razzismo e la discriminazione.

La scelta di Ottobre come mese ufficiale di celebrazione fu fatta per coincidere con l’inizio dell’anno scolastico, permettendo alle scuole di includere la storia nera nei programmi educativi. Da allora, il Black History Month nel Regno Unito è diventato un’occasione per valorizzare la storia, la cultura e le conquiste delle comunità nere, oltre che per riflettere sulle questioni di giustizia sociale e inclusione.

Uno degli aspetti più importanti del Black History Month è il suo impatto sull’educazione. Le scuole svolgono un ruolo centrale nell’insegnare una storia più inclusiva, che non si limiti alla sola narrativa coloniale o alla storia bianca, ma che abbracci e integri la storia nera come parte essenziale della storia britannica. Spesso, la storia nera è ignorata o ridotta a poche menzioni, lasciando generazioni di studenti e studentesse inconsapevoli dell’impatto profondo che la comunità nera ha avuto. Personaggi come Mary Seacole, che si distinse come infermiera durante la guerra di Crimea, o la Windrush Generation, i migranti caraibici che contribuirono a ricostruire il Regno Unito nel dopoguerra, meritano di essere presenti nei curricula scolastici. 

Insegnare la storia nera non dovrebbe limitarsi al solo mese di ottobre. Un’educazione più inclusiva e continua aiuta a combattere stereotipi, promuove la comprensione e forma cittadini consapevoli delle diverse identità che compongono la società. 

Il Black History Month, quindi, rappresenta un punto di partenza per una riflessione più profonda e continua sulla diversità, l’inclusione e l’equità nelle aule e oltre

Il ruolo degli insegnanti nel promuovere la consapevolezza culturale 

Libro: Windrush di Ladybird Book

Gli insegnanti rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una consapevolezza culturale più ampia e completa all’interno delle aule. Non è sufficiente limitarsi a parlare di colonizzazione e razzismo; è altrettanto importante mostrare come molti strumenti e metodologie della cultura africana siano presenti nella nostra vita quotidiana, anche se spesso ignorati. Ad esempio, pratiche come il baby wearing, un’usanza tradizionale africana che prevede il trasporto dei neonati avvolti a contatto con il corpo del genitore, sono ormai diffuse in tutto il mondo. Allo stesso modo, il concetto africano che “per crescere un bambino serve un intero villaggio” evidenzia il valore del sostegno collettivo e della comunità, ma raramente si riconosce il suo profondo legame con la cultura africana.
Includere queste pratiche nei curricula scolastici permette agli studenti di comprendere meglio l’influenza positiva e quotidiana della cultura africana, andando oltre la semplice narrazione storica di sofferenza e colonizzazione.

Un altro aspetto critico è che la narrazione storica insegnata nelle scuole spesso non è completa. Per esempio, raramente si parla della pedagogia dell’Ubuntu, una filosofia africana che si basa sul principio “io sono perché noi siamo”, e che promuove la solidarietà e l’interconnessione umana. Questo approccio educativo, che sottolinea l’importanza del collettivo rispetto all’individualismo, ha un potenziale educativo straordinario e può offrire agli studenti e alle studentesse una visione più ampia del mondo. Tuttavia, queste prospettive spesso vengono trascurate. Gli insegnanti possono colmare queste lacune proponendo progetti e attività che esplorino tali concetti, invitando gli studenti e le studentesse a riflettere su come i valori comunitari e le pratiche africane abbiano contribuito al nostro modo di vivere.

Un’educazione che include queste storie e metodologie aiuta a costruire una conoscenza più profonda, critica e consapevole del passato e del presente.

Incorporare il Black History Month nel curriculum tutto l’anno

Integrare la storia nera nel curriculum per tutto l’anno, non solo durante il Black History Month, è essenziale per promuovere una comprensione più profonda e completa delle esperienze e dei contributi della comunità nera.
Il Black History Month dovrebbe essere visto come un punto di partenza per un’educazione continua che affronti temi legati alla diversità, all’uguaglianza e alla giustizia sociale in modo sistematico e quotidiano. In questo contesto, gli insegnanti possono fare la differenza creando un curriculum diversificato che includa la storia nera in ogni disciplina, non solo nelle materie umanistiche.

Per farlo, possono utilizzare risorse multimediali che rendano le lezioni più coinvolgenti e inclusive. Ad esempio, includere documentari e film che esplorano la storia della comunità nera, come quelli che raccontano la vita di figure storiche come Harriet Tubman, Martin Luther King o Nelson Mandela, può aprire un dialogo significativo in classe.
Oltre ai media visivi, l’uso di libri e romanzi scritti da autori neri permette agli studenti di entrare in contatto con una varietà di esperienze e prospettive.
Libri come Little Leaders: Bold Women in Black History di Vashti Harrison o Black History Book di David Olusoga non solo arricchiscono la conoscenza storica, ma aiutano anche a sviluppare l’empatia e la comprensione verso diverse realtà.

Libro: The Black History Book di D. Olusoga

Inoltre, le insegnanti possono organizzare workshop tematici o invitare ospiti esterni per parlare delle loro esperienze o dei contributi storici della comunità nera, rendendo l’apprendimento più interattivo e personale.
Ad esempio, un workshop che esplora la musica nera e la sua influenza, dal jazz all’hip-hop, può essere un modo creativo per collegare storia e cultura in modo accessibile. Anche includere voci meno conosciute, come quelle della diaspora africana in Europa o le storie di imprenditori e imprenditrici contemporanei, aiuta a riflettere la varietà delle esperienze umane, andando oltre le narrazioni tradizionali.

Integrare queste risorse durante tutto l’anno non solo arricchisce il curriculum, ma promuove anche un’educazione continua su temi dei diritti e della giustizia sociale, preparando gli studentə a vivere in una società più inclusiva e consapevole.

Benefici della rappresentazione

Celebrare storie, esperienze e contributi di successo provenienti da comunità storicamente marginalizzate può essere uno strumento potente per aiutare questə studenti e studentesse a sentirsi rappresentati e valorizzati. In un sistema che spesso non riflette la diversità delle identità presenti nelle classi, dare visibilità a figure di successo e a narrazioni positive può contrastare l’isolamento e l’invisibilità.

Il senso di appartenenza che si sviluppa quando le scuole mettono in evidenza queste storie aiuta gli studenti e le studentesse a vedere se stessi in una luce positiva, riconoscendo che la loro storia e il loro contributo alla società hanno valore. Questo può anche ridurre il divario di opportunità, offrendo modelli di ruolo e ispirazione per raggiungere traguardi personali e accademici.
Inoltre, rappresentare la diversità nelle storie che vengono insegnate e celebrate non è solo benefico per gli studenti e studentesse nerə, ma arricchisce anche la comprensione culturale di tutta la comunità scolastica, promuovendo una cultura di rispetto e solidarietà.

In Italia, tuttavia, esiste ancora una scarsa rappresentazione nei libri scolastici e nella letteratura per l’infanzia di bambini e bambine nere. I pochi testi che raccontano le loro storie o riflettono la loro esperienza tendono ad essere insufficienti rispetto alla crescente diversità della popolazione. Questo contribuisce a perpetuare un immaginario limitato che non include tutte le realtà presenti nel paese, portando spesso gli studenti di colore a non sentirsi pienamente integrati nel sistema educativo o nel contesto sociale.

Libro: A year of Black Joy di J. Wilson e J. Orlando

Perciò, creare uno spazio per la celebrazione delle culture e delle esperienze di studenti e studentesse neri nelle scuole, attraverso una narrativa inclusiva e l’ampliamento delle risorse didattiche, può stimolare un maggiore senso di orgoglio, autostima e appartenenza. Questo approccio può essere particolarmente significativo in un contesto in cui la rappresentazione nei media, nei libri e nei materiali educativi rimane spesso circoscritta o assente.

Il ruolo della famiglia durante il Black History Month

Il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione durante il Black History Month (e durante tutto l’anno) è fondamentale per promuovere una comprensione più profonda della storia e della cultura nera, e per supportare i bambini e le bambine nel loro percorso di crescita personale e culturale.
La collaborazione tra scuola e famiglia può rafforzare il senso di appartenenza e valorizzare l’importanza della diversità, non solo nel contesto educativo, ma anche nella vita quotidiana. Le famiglie, infatti, possono giocare un ruolo cruciale nel supportare i figli e le figlie ad apprezzare la pluralità delle esperienze umane e ad abbracciare i valori di uguaglianza e giustizia.

Ecco alcune attività che le famiglie possono fare insieme:

  • Visitare musei e mostre culturali: Molti musei organizzano eventi speciali o esposizioni incentrate sulla storia e sulla cultura nera durante questo mese. In Italia, città come Milano e Roma talvolta presentano eventi dedicati alla diaspora africana e alle sue influenze culturali. Una visita può diventare un’opportunità per imparare e discutere delle lotte e dei trionfi delle comunità nere.
  • Partecipare a eventi culturali: Le famiglie possono prendere parte a festival o proiezioni di film che celebrano il contributo delle comunità nere nella musica, nella letteratura e nelle arti. Questi eventi sono spesso accompagnati da dibattiti che permettono ai genitori di parlare con i propri figli su questioni di giustizia sociale e uguaglianza.
  • Guardare documentari e leggere libri insieme: Documentari e film che raccontano la storia e le esperienze delle persone nere possono fornire spunti di riflessione, come ad esempio Il principe sultano di Fatou Keïta (Età consigliata: 4-8 anni), un albo illustrato che racconta la storia di un giovane principe africano che parte per un’avventura. Il libro, con splendide illustrazioni, esplora temi di coraggio, amicizia e avventura. Inoltre, leggere libri che celebrano figure storiche nere o raccontano storie di lotta per i diritti civili può arricchire il loro apprendimento e stimolare domande.
  • Favorire discussioni aperte: I genitori possono creare uno spazio sicuro in cui i bambini e le bambine si sentano liberi di porre domande e esprimere i loro pensieri su questioni difficili come il razzismo e la discriminazione. È importante incoraggiare un dialogo aperto e onesto, rispondendo alle loro domande con semplicità e trasparenza, senza minimizzare l’importanza di questi temi.
  • Esplorare la storia da diverse prospettive: È importante che i bambini e le bambine comprendano che la storia ufficiale spesso non rappresenta tutte le esperienze. I genitori possono introdurre letture e materiali che raccontano la storia dal punto di vista delle persone nere, esplorando il ruolo delle comunità africane e afrodiscendenti non solo nelle lotte per i diritti civili, ma anche nei campi della scienza, dell’arte, della politica e della cultura.
  • Promuovere il rispetto per tutte le culture: I genitori possono insegnare ai figli e alle figlie l’importanza del rispetto per tutte le culture e le etnie. Questo può essere fatto esplorando tradizioni, cucine, musiche e costumi di varie culture, in modo che i bambini e le bambine crescano con una visione inclusiva del mondo.
Libro: The Black History Book di D. Olusoga

In sintesi, coinvolgere le famiglie nell’educazione durante il Black History Month e oltre aiuta a costruire una consapevolezza collettiva sui temi della diversità, dell’inclusione e della giustizia sociale. Le famiglie, insieme alla scuola, possono creare un ambiente educativo più ricco e significativo, in cui i bambini e le bambine imparano ad apprezzare la varietà dell’esperienza umana e a impegnarsi attivamente per un mondo più equo.

Sui social media, sempre più persone stanno facendo un lavoro importante per promuovere la cultura nera e raccontare le esperienze delle famiglie di seconda generazione in Italia. Queste figure, spesso attivisti, educatori o influencer, utilizzano le piattaforme digitali per sensibilizzare il pubblico sulle questioni di razzismo, inclusione, rappresentazione e identità culturale.

In conclusione, il Black History Month nel Regno Unito rappresenta un modello educativo importante che può offrire spunti significativi per la scuola italiana.
L’approccio del Regno Unito, che celebra la storia e i contributi delle comunità nere, non solo promuove una maggiore consapevolezza culturale, ma stimola anche il dialogo su temi di giustizia sociale e inclusione. Adottare un modello simile in Italia potrebbe arricchire il curriculum scolastico, rendendolo più rappresentativo delle diverse realtà e storie presenti nel nostro paese.

In un’epoca di crescente diversità e interconnessione, è fondamentale che le scuole italiane si adattino alle nuove generazioni, fornendo un’educazione che abbracci tutte le culture e promuova il rispetto reciproco. Educare i giovani e le giovani a comprendere e apprezzare le differenze non solo favorisce un clima di inclusione, ma prepara anche le persone a diventare cittadini e cittadine consapevoli e attivi in una società globale.

Investire nella diversità e nell’inclusione nelle scuole non è solo un passo verso la giustizia sociale, ma anche una scelta strategica per costruire un futuro più equo e armonioso per tutti e tutte.

Commenti disabilitati su Black History Month: Storia, Significato e Risorse Educative

Il gufo che aveva paura del buio

| About me

Edizione inglese: J. Tomlinson, illustrata da P.Howard

“Mamma, Papà! Ho paura del buio!”

Hai mai sentito dire questa frase?
Io da piccola ho sempre avuto paura del buio, tanto che la mia famiglia diceva che quando ero sola in casa tutte le luci erano accese (comprese quelle del secondo piano).

Nella crescita, è comune che i più piccoli affrontino questo timore notturno, ma con dei piccoli gesti, come quello di leggere una storia prima di andare a letto, possono rendere il momento della nanna un’esperienza rassicurante e positiva

Il Gufo che aveva paura del buio, scritto da Jill Tomlinson e illustrato da Paul Howard nella versione in inglese (edito in Italiano dalla Feltrinelli ) è un albo illustrato perfetto per essere letto insieme prima di dormire.

Un estratto dell’edizione inglese illustrata da P.Howard

Durante questi incontri, Ploop conosce diverse figure: boy scout, bambine, anziane signore e appassionati di stelle, inclusi un grosso gatto nero. Insieme a loro, scopre che il buio può essere bello, necessario, interessante e divertente.

Sebbene Ploop apprezzi le ragioni di ognuno per amare l’oscurità, nulla lo convince completamente.

Ogni capitolo si conclude con la madre che gli chiede: “E tu, cosa ne pensi?”.

The owl who was afraid of the dark, J. Tomlinson

La svolta avviene quando la costellazione di Orione cattura l’attenzione del piccolo gufo, e l’ultimo incontro con il gatto nero lo convince a abbracciare la sua natura di uccello notturno. Mentre tutto finisce bene, il libro mette in luce l’importanza del viaggio rispetto alla destinazione, esplorando il tema della paura del buio in modo ripetitivo, ritmico e rassicurante per il giovane lettore.

Se ti é piaciuto questo articolo, mi trovi sui Instagram come @educatricealessandra

Commenti disabilitati su Il gufo che aveva paura del buio